Cosa vedere a Scicli.

Scicli è un piccolo gioiello barocco, patrimonio dell’umanità UNESCO, sito in provincia di Ragusa, la cui bellezza fu decantata da tanti personaggi illustri, uno tra tutti Elio Vittorini che la definì ” la città più bella del mondo”.

Il suo centro storico è piccolo ed è possibile vedere i luoghi di maggiore interesse in un giorno. Di seguito vi descrivo un itinerario che vi farà apprezzare le bellezze della città siciliana tra chiese barocche e palazzi nobiliari.

Scicli è, inoltre, famosa per essere stata location della serie tv il Commissario Montalbano, il personaggio creato dal grande Camilleri.

Posteggiamo l’auto in piazza Busacca, dove fa bella mostra di sé la chiesa del Carmine, costruita agli inizi del 700, con la sua facciata in stile roccocò a cui è annesso il convento. La piazza è intitolata a Pietro di Lorenzo Busacca, un benefattore che lasciò la sua cospicua eredità per la costituzione di un’opera pia volta ad aiutare gli sciclitani in difficoltà. Al centro della piazza svetta la statua che ritrae il benefattore e ad esso è intitolato anche il Palazzo Busacca posto all’ inizio della via Nazionale.

chiesa del carmine
Chiesa del Carmine

Prima di visitare il centro storico, però, ci dirigiamo verso via Dolomiti che, nomen omen, ci porterà in cima al colle di San Matteo dove si trova la chiesa omonima. La salita è assai ripida ma breve.

via dolomiti

Una volta in cima arriviamo al cospetto della chiesa di San Matteo che fu l’antica chiesa madre nel periodo in cui la città sorgeva proprio su detto colle. Dal 1874 è iniziato l’ abbandono del sito, infatti, la chiesa sconsacrata è lasciata in rovina, però, dalla facciata barocca con i suoi tre portali e l’ alto finestrone centrale, si può evincere la sua antica bellezza. Prima di scendere dal colle, fermatevi ad ammirare ed a scattare qualche foto al panorama mozzafiato della città.

chesa san matteo
Chiesa di San Matteo
scicli

Torniamo sui nostri passi, la discesa è senza dubbio meno faticosa, e, prima di dirigerci verso la via Nazionale, incontriamo la chiesa di Santa Maria della Consolazione con la sua facciata in stile classico e l’unico campanile incassato della città.

 chiesa di Santa Maria della Consolazione
Chiesa di Santa Maria della Consolazione

Imbocchiamo la via Nazionale, da percorrere “col naso all’ insù” per vedere la bellezza dei balconi in stile barocco siciliano che adornano la via, e ci dirigiamo verso via Francesco Mormina Penna. Il primo sito di interesse è certamente il municipio, il Palazzo di Città, costruito agli inizi del 900 e divenuto famoso per essere stato il set della serie tv ” Il Commissario Montalbano“.

commissariato vigata
Palazzo di Città

Al piano terra del Municipio è possibile visitare il set del Commissariato di Vigata che negli anni passati veniva smontato e riallestito ogni volta in cui si doveva girare la serie, oggi, invece, è stato lasciato intatto e in pianta stabile ed è visitabile dai turisti.

All’ interno del commissariato di Vigata è tutto in ordine come si vede in tv, sembra quasi di vedere i personaggi seduti nelle loro scrivanie intenti a lavorare. Al secondo piano, nella stanza del sindaco, invece, vengono girate le scene che si svolgono nella Questura di Vigata.

commissariato vigata
Commissariato di Vigata

Annessa al Palazzo di Città troviamo la bellissima chiesa di San Giovanni Evangelista, costruita agli inizi del 700. La facciata concava-convessa della chiesa con la sua scalinata che porta al grande portale affiancato da colonne ioniche è impreziosita da gelosie (ringhiere in ferro battuto tipiche del barocco siciliano).

chiesa di San Giovanni Evangelista

Chiesa di San Giovanni Evangelista

L’ interno della chiesa è un tripudio di affreschi e stucchi e custodisce il Cristo di Burgos, un dipinto spagnolo del XVII secolo ribattezzato il “Cristo in gonnella” dagli sciclitani, guardate la foto che segue per capire il perché…

Cristo di Burgos
Cristo di Burgos

Da quanto appreso è una raffigurazione di Cristo rara in Italia (più comune in Spagna) e ritrae la statua del Cristo del Burgos. Potete notare la gonnella bianca con pizzo che copre le nudità del Signore e l’ uovo di struzzo appeso al chiodo che trafigge i Suoi piedi che simboleggia la perfezione.

Proseguiamo sulla via Penna e tra bar e negozi di artigianato, arriviamo al museo dell’Antica Farmacia Cartia. Aperta nel 1902, detta farmacia conserva i mobili in legno, le ampolle, i bilancini e il registratore di cassa dell’epoca, tutto in stile liberty, inutile dire che anche questo luogo è stato set di Montalbano.

Antica Farmacia Cartia
Antica Farmacia Cartia

Proprio di fronte la farmacia si trova la chiesa settecentesca di San Michele Arcangelo una delle chiese più antiche di Scicli. Bellissimo il suo portale incorniciato da colonne con capitelli corinzi e sormontato da un finestrone e dalla cella campanaria, entrambe racchiuse da gelosie in ferro battuto.

chiesa San Michele Arcangelo
Chiesa San Michele Arcangelo

Accanto alla suddetta chiesa si trova il Palazzo Bonelli Patanè, uno dei palazzi storici nobiliari più importanti di Scicli insieme al successivo Palazzo Spadaro dalla splendida facciata tardobarocca e roccocò in cui si ammira lo stemma della famiglia e i tipici mensoloni decorati dei balconi.

Palazzo Spadaro
Palazzo Spadaro

Proseguendo si arriva al Museo del Costume, un museo privato al cui interno sono esposti abiti e accessori, sia nobiliari che popolari, del periodo che va dal 700 ai primi del 900, inoltre, troverete anche esposizioni di utensili da cucina e documenti sulla gastronomia e il cibo del territorio. A fianco del museo si trova la chiesa di Santa Teresa con la bellissima finestra quadribolata decorata con quattro rosoni floreali.

Museo del Costume
Museo del Costume
chiesa di Santa Teresa
Chiesa di Santa Teresa

Lasciamo la via Penna e ci dirigiamo, attraversando la via Nazionale, verso la prossima tappa: Palazzo Beneventano. Nella facciata tardobarocca del palazzo settecentesco, sono presenti mascheroni e splendidi balconi retti da mensoloni decorati con le tipiche ringhiere di ferro battuto.

Palazzo Beneventano
Palazzo Beneventano

Arriviamo in Piazza Italia dove si trova la chiesa madre di Sant’Ignazio di Loyola divenuta tale dopo la chiusura della precedente chiesa madre di San Matteo. La facciata è decorata da statue raffiguranti foglie e putti, e in cima svetta l’orologio civico di Scicli. All’interno della chiesa madre sono custodite le spoglie del Santo patrono di Scicli: San Guglielmo.

chiesa madre di Sant'Ignazio
Chiesa madre di Sant’Ignazio di Loyola

Dalla piazza Italia imbocchiamo la via San Bartolomeo per arrivare presso uno dei luoghi più scenografici di tutta la città: la chiesa di San Bartolomeo. La chiesa del XV secolo, sopravvissuta al terremoto del 1693, è situata ai piedi di un costone roccioso e circondata da casette arroccate e grotte che rendono il luogo incantevole. La facciata è arricchita dalle statue di San Pietro e Paolo, San Bartolomeo e San Guglielmo ai lati, mentre al centro svetta la statua dell’Immacolata. Naturalmente anche questo luogo non poteva sfuggire all’attenzione degli autori della serie di Montalbano che ne hanno girato molte scene.

chiesa di San Batolomeo
Chiesa di San Bartolomeo

Vuoi conoscere altri luoghi della serie tv del Commissario Montalbano ? in questo articolo vi parlo di un altro itinerario dedicato al personaggio di Camilleri, buona lettura!

Isole Eolie. Stromboli in un giorno.

Dopo Lipari e Vulcano è arrivato il momento di scoprire Stromboli, la più a nord delle isole Eolie. Vi propongo un itinerario che vi porterà a scoprire la bellezza e la forza della natura.

Stromboli è un’isola piccolina costituita dai villaggi di San Bartolo e di San Vincenzo ed è visitabile anche in un solo giorno. Vi consiglio di visitare non solo l’isola ma anche le sue coste che, a mio avviso, sono la parte più bella ed emozionante del viaggio. Per questo motivo prenotiamo da Lipari una barca che oltre a farci sbarcare sull’isola ci farà visitare la sua costa vulcanica.

La barca attracca al Molo di Scari da cui partono e arrivano tutti i catamarani e le navi provenienti dalle altre isole Eolie ma anche dalla Sicilia, da Napoli e da Tropea. Accanto al molo c’è la lunga spiaggia nera di Scari, naturalmente di origine vulcanica, dove ne approfittiamo per fare un bagno veloce prima di visitare il centro dell’isola.

Spiaggia di Scari

Se preferite le spiagge attrezzate vi consiglio Ficogrande, bellissima con Strombolicchio (di cui vi parlo in seguito) che fa bella mostra di sé all’orizzonte. Proseguendo da Ficogrande verso il borgo di Piscita’, inoltre, potrete fare un bagno nel mare limpido delle calette forgiate dal vulcano con la sua pietra lavica. In contrada Piscita’ si trova l’ antica chiesa di San Bartolomeo patrono delle isole Eolie.

Dalla spiaggia di Scari ci incamminiamo verso il villaggio San Vincenzo e dal molo passeggiamo tra numerosi negozi, bancarelle e ristoranti ed imbocchiamo una lunga salita fatta di stradine fiancheggiate dalle tipiche case eoliane dai muri bianchi.

Stromboli

Arriviamo alla fine della salita in piazza San Vincenzo nella splendida terrazza dove si erge la settecentesca chiesa omonima costruita grazie agli isolani che finanziarono con ogni mezzo la sua costruzione (non solo denaro, ma anche materiale per costruirla e manodopera). La terrazza offre una visuale splendida sul mare e su Strombolicchio, peccato che sia molto affollata.

stromboli
Chiesa San Vincenzo
Chiesa San Vincenzo

Da questa piazza avete due alternative: imboccare il sentiero che in due ore vi condurrà alla cima del vulcano chiamato dai locali con riverenza “iddu” (lui), naturalmente con una guida del luogo, o ritornare al molo per ammirare la Sciara del fuoco e l’eruzione dal mare. Noi scegliamo di tornare in barca per esplorare le coste dell’ isola.

Arriviamo alla spiaggia di Forgia Vecchia, bellissima e selvaggia, con il suo litorale vulcanico e con i gabbiani che scorrazzano in riva al mare indisturbati in un silenzio quasi surreale interrotto solo dallo sfrigolare delle onde sui ciottoli neri della spiaggia.

Dopo aver fatto un bagno ci dirigiamo verso Strombolicchio una piccola isola disabitata di origine vulcanica posta al largo delle coste di Stromboli che svetta per 50 metri al di sopra del livello del mare e alla cui sommità si trova il faro costruito nel 1920.

strombolicchio
Strombolicchio

Ci avviciniamo con la barca e la guida ci fa notare la scala che dall’ approdo sale fin su al faro (ben 200 scalini) e il cuore che prende vita dalla parete dell’ isolotto.  Intanto il sole inizia a calare e lo spettacolo è molto suggestivo, ammiriamo, allontanandoci da Strombolicchio, il suo profilo a cavalluccio marino e il faro che piano piano scompare. Si narra che Strombolicchio fosse il tappo del vulcano Stromboli che durante un’eruzione fu scagliato in mare.

Strombolicchio
Cavalluccio marino
Strombolicchio
Cuore di Strombolicchio

Ci allontaniamo per arrivare al cospetto di “iddu”. Ormai il sole tocca il mare rendendo l’atmosfera indimenticabile. Il colore del tramonto illumina il vulcano e la sciara del fuoco, la guida spegne la barca e ci facciamo cullare dalle onde aspettando l’eruzione … lo spettacolo più bello che abbia mai visto nella mia vita!. Vi consiglio di visitare Stromboli anche solo per godere di questo bellissimo spettacolo della natura, non ve ne pentirete.

stromboli
Sciara del fuoco

Cosa mangiare a Palermo: 10 piatti tipici.

palermo

Dopo Siracusa, Catania, Ragusa e Trapani, non poteva mancare Palermo come tappa dei miei viaggi enogastronomici in giro per le provincie siciliane. Vi elenco, dunque 10 piatti tipici da assaporare a Palermo.

1)Sfincione palermitano.
Devo ammettere che fra tutto il cibo da strada di Palermo, lo sfincione è, a mio avviso, il protagonista indiscusso. Lo sfincione è una pizza alta e molto morbida (il suo nome, infatti, deriva dal latino “spongia”, vale a dire spugna), condita con salsa di pomodoro, cipolla, acciughe, origano e formaggio (caciocavallo ragusano). Io non riesco mai a mangiarne un solo pezzo perchè la sua morbidezza unita ai sapori forti della cipolla e delle acciughe sono un connubio delizioso, provare per credere!.

sfincione palermitano

2) Pane panelle e crocchè.

Un altro celeberrimo cibo da strada palermitano è pane e panelle. La panella è una frittella quadrata di farina di ceci con la quale si imbottisce il panino. In giro per la città troverete molte friggitorie, personalmente ogni volta che vado in città, tappa obbligata è l’Antica focacceria San Francesco. Se volete aggiungere un tocco “dietetico” al vostro panino riempitelo anche con le crocchè, vale a dire polpettine di patate anch’esse fritte.

Panelle e crocchè

3) Cannolo.
Potevano mancare i cannoli nella lista di leccornie palermitane?. Da siciliana posso affermare che la bontà della ricotta “dolce” che si mangia a Palermo è inimitabile, i pasticceri palermitani, a mio avviso, sono  il top per la produzione di cannoli . Per chi non conoscesse il cannolo siciliano (non credo esistano al mondo persone che ne ignorino l’esistenza!), questo dolce è costituito da una croccante cialda fritta spolverata di zucchero a velo ripiena di ricotta, rigorosamente di pecora, lavorata con lo zucchero in modo da formare una crema liscia e deliziosa. Varie sono le guarnizioni del cannolo: granella di pistacchio, gocce di cioccolata o scorza di arancia candita. Nelle pasticcerie palermitane, inoltre, è possibile trovare i cosiddetti “cannoli da asporto” che hanno l’ interno della cialda ricoperta di cioccolato per evitare che la ricotta inumidisca, durante il trasporto appunto, la scorza facendogli perdere la sua croccantezza.

4) Cassata siciliana.

La cassata siciliana è il dolce che racchiude al suo interno molti prodotti di eccellenza dell’isola. Ingrediente principale è la ricotta di pecora lavorata finemente con lo zucchero e le gocce di cioccolata, con la quale si farciscono i dischi di pan di spagna. La cassata poi viene guarnita per tutta la circonferenza con quadrati di pasta reale (farina di mandorle e zucchero) colorata di verde, e infine, ricoperta con un velo trasparente di glassa di zucchero. Per ornare la cassata si usa la frutta candita: limone, cedro, arancia, mandarino e pensate anche la zucca (la cosiddetta zuccata).

5) Pasta con le sarde.

La pasta con le sarde è un secondo piatto di origine araba profumato e molto gustoso. Ingrediente principale sono le sarde, un pesce azzurro grasso e saporito a cui si accostano il finocchietto selvatico, l’uva passa, i pinoli e lo zafferano. Inutile dire che è un piatto da provare assolutamente.

6) Anelletti al forno.

A Palermo la pasta al forno si prepara rigorosamente con gli anelletti, un formato di pasta che come dice il nome, ricorda dei piccoli anelli. Rispetto alla pasta al forno tradizionale quella palermitana può essere arricchita da fette di melanzane fritte che ricoprono la superficie della pasta formando un godurioso timballo.

7) Caponata.

La caponata è un contorno che io amo particolarmente e che si presta come pochi cibi alla scarpetta finale con il pane. L’ ingrediente principale sono le melanzane fritte a cubetti, cucinate in agrodolce (con aceto e zucchero), condite con capperi, olive, cipolla, sedano e salsa di pomodoro.

caponata

8) Pane ca meusa.

Per gli amanti del genere, “u pani ca meusa” è un altro street food tipico di Palermo, un panino riempito abbondantemente con interiora di vitello (milza e polmone) fritti nello strutto. A questa tipologia di prodotti si associano anche le stigghiola: spiedini di interiora di agnello arrotolate in un cipollotto.

9)La sfincia di San Giuseppe.

La sfincia di San Giuseppe, dolce tipico che in origine veniva preparato per la festa di San Giuseppe, è una grande frittella riempita con ricotta di pecora e gocce di cioccolata, guarnita con frutta candita. Anche in questo caso il nome prende origine dal latino “spongia” (spugna) e proprio la sua forma ricorda una spugna. La sfincia di San Giuseppe ormai si trova nei panifici e pasticcerie della città tutto l’ anno.

10) Arancina/o.

Finisco questo delizioso elenco parlandovi dell’ arancina/o. Sorvolando sull’annoso dibattito sul genere del suo nome che varia da provincia a provincia, il cono di riso fritto e farcito al suo interno con ragù è certamente lo street food più famoso e amato dai siciliani e dai turisti. Potrete trovare l’ arancina/o in ogni angolo dell’ isola in innumerevoli varianti: al burro (con prosciutto e formaggio), agli spinaci, alle melanzane , al pistacchio, al nero di seppia…

Non perdere gli articoli dedicati ai piatti tipici di Siracusa, Catania, Ragusa e Trapani!

Caraibi?No, parto per Favignana!

cala rossa favignana

I Caraibi, meta dei sogni di ogni viaggiatore amante del mare cristallino,  si sa, sono lontani e per visitarli ci vuole tempo e denaro e allora che fare? Un’alternativa alle esotiche isole caraibiche la troviamo dietro l’angolo,  nel mediterraneo.

Oggi vi porto a Favignana la regina delle Isole Egadi, attraverso un itinerario di tre giorni alla scoperta del suo mare dal colore turchese e di luoghi in cui la  natura è protagonista.

Partiamo da Trapani,  dove ogni 20 minuti, traghetti e aliscafi fanno rotta verso Favignana. Un consiglio: l’isola, soprattutto nel mese di luglio e agosto, è presa d’assalto dai turisti, pertanto, è opportuno prenotare il traghetto on line, per essere sicuri di poter imbarcarsi nella corsa scelta. Noi all’oscuro di tutto, arrivati a Trapani alle 10, 30 del mattino, abbiamo scoperto che la prima corsa disponibile con posti liberi era  alle ore 13,30. Poco male ne approfittiamo per fare un giro nel centro storico di Trapani.

Alle ore 13,30 ci imbarchiamo. In appena 20 minuti si mostra  in tutta la sua bellezza “la grande farfalla sul mare” definizione che fu data a Favignana dal pittore Salvatore Fiume proprio per la sua forma a farfalla, mentre il nome dell’isola, prende origine dal Favonio il vento caldo che sferza Favignana.

Le Isole Egadi sono riserva naturale e l’area marina protetta istituita nel 1991, per le sue dimensioni, è la più grande d’Europa. Sbarchiamo nel piccolo porticciolo e ci incamminiamo a scoprire l’isola. Dopo pochi metri incontriamo il Palazzo Florio, edificio costruito nel 1878, e residenza della famiglia Florio che nel 1874 acquistò le Isole Egadi. Oggi la villa è sede dell’info point turistisco.

Alloggiamo in una piccola villetta, a Punta Lunga ad appena 5 minuti in bici e 10 a piedi dal centro del paese. L’isola è piccolina e le distanze molto brevi, pertanto, noleggiamo le bici per il costo di 5,00 € al giorno. Se preferite un mezzo di locomozione più comodo, presso i molti centri di noleggio sparsi per Favignana, sono disponibili anche scooter, biciclette con pedalata assistita e naturalmente auto. L’isola è pianeggiante, quindi, non è faticoso girare in bici, ma consiglio di munirvi di cappello e crema solare, se non volete ustionarvi sotto il sole cocente di luglio e agosto!.

Primo giorno iniziamo a visitare la prima caletta, Cala Rotonda una deliziosa e incontaminata baia con spiaggia di ciottoli, dove i gabbiani passeggiano tranquilli nella battigia. Bellissimo è l’ arco di Ulisse,  un arco di roccia che rende unico il paesaggio, chiamato così perché la leggenda vuole che l’isola fu meta di approdo dell’eroe acheo protagonista delle opere di Omero .

cala rotonda favignana
Cala Rotonda- Arco di Ulisse-

Dopo un rinfrescante bagno nelle acque di Cala Rotonda e dopo aver fatto una piccola nuotata per ammirare da vicino l’ arco di Ulisse, proseguiamo con la bici direzione Punta Sottile dove si trova il faro, uno dei più importanti della Sicilia, costruito nel 1860, da cui si gode di un tramonto formidabile tra piccole insenature e spiaggette di ciottoli.

Di ritorno da Punta Sottile e Cala Rotonda verso il nostro appartamento a Punta Lunga notiamo una bellissima  spiaggia, circondata da scogli, dalle acque limpide e cristalline: è Marasolo, e ne approfittiamo per fare un altro tuffo al tramonto.

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Marasolo


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